22 marzo 2007

Chi ha paura del Lisomucil?

DI LAJULES

Dovrei scusarmi ma l’ho già fatto troppe volte. Dead Chef presenta lo stesso piatto per una settimana di seguito e io che dovrei dire? “Scusate, camberiemo il menu al più presto…” E magari dovrei spignattare di notte i miei banchetti avvelenati per poterli poi descrivere tra queste pagine Web. Come no!

Questa settimana pero’ la scusa ce l’avevo: giovedì scorso mi sono presa un’influenza coi controfiocchi che mi ha gettato in quattro giorni di febbri, starnuti, e colpi di tosse grassa. A coronare un fine settimana alle ortiche (complemento di termine) si è aggiunta l’ultima tempesta di neve dell’anno. Il risultato è che solo oggi Alec ed io siamo riusciti a ripristinare linea telefonica e connessione internet. Se non c’era niente di nuovo si Dead Chef, è stata colpa del destino.

Eppure posso dare la colpa a Esculapio e a Zeus, ma alla fine so che, se avessi voluto, avrei potuto scrivere e poi postare in ufficio mercoledì mattina. Ho preferito rigirarmi nel lettone tra mille lamenti con le mie copie di Glamour e People. La ragione è una sola: a me la primavera mi fa incacchiare, e quando sono incacchiata, scrivere mi viene malissimo. Perdonate quindi l’incacchiatura e speriamo che passi presto.

Per dare un senso anche a questo post, vi lascio con una ricetta che è per me un classico intramontabile ed ingrediente fondamentale di qualsiasi convalescenza: IL RISO AL LATTE. Se avete avuto una nonna come la mia, ricorderete che stare a casa con la febbre significava pranzare a letto con un piatto fumante di riso cotto nel latte, con un pizzico di sale e una spolverata di parmigiano. Il riso veniva recapitato dalla nonna in persona, che ci raccomandava di soffiare forte e di pestare il riso con la forchetta in modo che occupasse tutta l’area del piatto.

Oggi se mi ammalo, sto a casa sola come un cane ad analizzare maniacalmente i miei sintomi. Il riso al latte me lo preparo da me e poi sghignazzo felice quando so che nessumo mi forzerà giù per il gargarozzo un cucchiaione di Lisomucil sciroppo.


RISO AL LATTE

Portate a bollore 750 ml di latte, salate, e versate 350 gr di riso per risotti. Abbassate la fiamma e continuate a cuocere e a mescolare, aggiungendo latte caldo se ce ne fosse bisogno (ce ne sara’). Quando il riso e’ pronto, impiattate e cospargete di parmigiano. Servite al malatino di casa appena prima del Lisomucil.

13 commenti:

Annina ha detto...

Non specifichi la consistenza finale del riso: deve essere cremoso o con il brodo al latte? Io da piccola andavo ghiotta di riso col latte brodoso, per fortuna non lo associavo ai periodi di malattia perché mi veniva servito usualmente nelle sere d’inverno. Una curiosità: in Danimarca il riso con il latte è una pietanza natalizia. Lo imparai in tenerissima infanzia da una fiaba di Andersen (“Il folletto del droghiere”) e l’ho assaggiato recentemente grazie alla madre danese di una mia amica: la versione nordica viene cotta con zucchero e cannella e devo dire che è un po’ troppo dolce anche per i miei gusti!
Anna
p.s. mi raccomando non ti ingozzare di Lisomucil, ascolta una chimica salutista!

Lajules ha detto...

Annina, il riso risulta cremoso, come un risotto.

La fiaba del folletto del drighiere non la ricordo. Cerchero' di trovarla perche' il titolo e' carino. Spero non abbia il solito finale cristiano di altre fiabe di Andersen.

Qui ho preso solo Tachipirina, Vicks Vaporub, e uno sciroppo contro il raffreddore solo per l'ultimo giorno.

Annina ha detto...

"Il folletto del droghiere" è una piccola favola che si trova nella raccolta Einaudi delle fiabe di Andersen (quelle scelte da Rodari). Comunque, ad Andersen perdono anche i finali cristiani (non sono poi tanti, però).
Brava brava, la Tachipirina va benissimo.

nonsisamai ha detto...

Mi e' un po' difficile in questo momento procurarmi il libro con la storia del folletto :(
Per quanto riguarda i cibi che tirano su' io, invece, ancora oggi mi faccio un riso in bianco, senza nemmeno il parmigiano, solo un po' di burro. Tristissimo, pero' mi fa sempre sentire meglio, non so perche'...

Ileana ha detto...

Io purtroppo non ho mai conosciuto le mie nonne!
Ma dalle mie parti quando non si sta bene ci sono diverse cose che solitamente la mamma ti prepara a seconda del malanno: latte caldo con miele, riso olio e parmigiano, brodino ecc ecc. Ma il mio preferito (suggerito per quando ci si riprende da virus gastrointestinale) e' il pane al pomodoro!
Fetta di pane tipo pugliese (ma quello di Matera e' piu' buono), pomodorini ciliegina spremuti sopra, un filo d'olio, una presa di sale e origano!
You would die for!

Labelladdormentata ha detto...

Curioso, quando ero convalescente (capitato pochissime volte nella mia vita!) da ragazzina la prima cosa che chiedevo era un panino al salame, o al massimo alla mortadella!
Lo so che sono strana!

Marco Inzitari ha detto...

Consiglio della nonna del medico: per i catarri latte con cognac (con la variante di solo cognac, a seconda dei gusti)...fa un po' vecchio west, che è gran parte della sua base scientifica. Per i più moderati, il vecchio latte col miele.
Per lo sciroppo contro il raffreddore, se ne avete mai provato uno che funziona deve avere delle proprietà misteriose.
Io, quando sono malato, tendo solo a fare finta di niente, ho di solito più appetito e trovo il riso in bianco la beffa dopo il danno.

Annina ha detto...

Quando sto male l'appetito mi va via completamente: è quasi meglio di un termometro per capire quanta febbre ho. Perciò anche i risi (al plurale, come si dice da noi), col latte o in bianco, potrebbero risultarmi indigesti. La spremuta di arancia è l'unico alimento a cui non rinuncio anche nel caso di febbroni ostinati.

Anonimo ha detto...

mai mangiato riso al latte, il prossimo raffreddore ci penserò ;-)

Garrett ha detto...

a casa mia solo minestrina con tanto brodo caldo e parmigiano,e tanto tea fumante: mia madre non è mai stata tanto favorevole ai medicinali( a parte le suppostine) ed a me non è mai piaciuto il latte caldo

pOpale ha detto...

Bentornata! Quando sono stato male mi sono letteralmente "ingozzato" di latte e miele, alla fine è un pò stucchevole ma il suo effetto calmante in gola è stato benefico e ora parlo di nuovo ;)

Labelladdormentata ha detto...

Lajoules, ma non sei ancora guarita?

Anonimo ha detto...

che meraviglia!! mia nonna me lo faceva sempre il riso al latte e ci metteva una bella sottiletta sopra che si scioglieva tutta... mia mamma invece lo odiava perciò a casa mia era un piatto bandito dalla tavola però adesso mi hai fatto venire troppa voglia di riprovare quel sapore della mia infanzia...