29 maggio 2008

GIAPPONE MON AMOUR

by annucci


Cari Fioi,
eccomi qui dopo una lunga assenza a scrivervi di nuovo.
Tante cose mi sono capitate in questo perido, anzi, a dire la verità fondamentalmente solo una: mi sono sposata e sono andata in Giappone in viaggio di nozze.

Naturalmente potrei deliziarvi per ore raccontando le meraviglie di questo lontano paese, ma visto che non ho molto tempo e che vi spacchereste le balle in maniera incommensurabile, ho deciso di parlarvi delle prelibatezze culinarie, spezzettandole in varie puntate.

Oggi vi parlerò di dolci giapponesi.
Premetto dicendo che in Giappone, soprattutto a Tokyo, si trova di tutto, e che la loro immensa passione per l'Europa li ha portati ad aprire innumerevoli locali, pasticcerie e sale da te ricche di pietanze e dolci occidentali.

Naturalmente io e Marco ci siamo tenuti il più possibile lontani da questo tipo di cucina, volendo gustare le specialità del posto.
Il nostro primo esperimento è stato in un localino a Tokyo dove servono solo spuntini in mini piattini di cibo dolce e salato.

Il nostro piattino preferito era questo:

Per soli 1000 yen (cira 8 euri) ci servivano tre diversi piattini di dolci e una tazza di tè verde, talmente buono che non posso neanche spiegare.
Vado a descrivere.
Il piattino a sinistra, quello azzurro, contiene i Dorayaki, delle pagnottelle dolci, tipo pancakes ma più compatte, ripiene di una crema di fagioli azuki che chiamano anko.
Ora, dovete sapere che tutti i dolci tipici giapponesi sono farciti con l'anko, non si scappa proprio, non aspettate di trovare altro.
Queste pagnottelle sono servite con un ciuffetto di panna montata. Molto buoni.
Il piattino in alto a destra invece contiene i Dango, delle palline di riso glutinose, gommose e prive di qualsiasi sapore, che spesso troveremo nelle pasticcerie giapponesi e di cui parleremo anche più avanti. Naturalmente nel centro del piattino c'è l'anko.
L'ultimo piattino, quello in basso al centro, contiene un altro tipo di dango cosparsi di una polverina indecifrabile, probabilmente semi di sesamo tritati o soia. Piuttosto insapore ma non sgradevole.

Ci siamo fermati un paio di volte in questo grazioso locale la sera prima di rientrare in albergo, era un piccolo rito veramente piacevole, anche perchè l'atmosfera era rilassante ei camerieri simpatici e disponibili, come ovunque in Giappone del resto.

La vera sfida però è stata provare una vera e propria pasticceria giapponese a Kyoto.
Volevamo assolutamente provare i dango e i mitarashi-dango, le palline glutinose sottoforma di spiedino:
Bè che dire...definire buoni questi dolci è un azzardo. Più che altro sono lontani anni luce dalla nostra concezione di dolce.
Vado a descrivere.
La mia ordinazione è quell'inquietante piattino colmo di roba gelatinosa in primo piano. Al centro gli immancabili azuki. Sotto il tutto c'erano cubetti di acqua o dio-sa-solo-cosa sottofrma di gelatina, comunque una sostanza senza sapore alcuno.
Attorno all'anko le palline bianche sono le solite al glutine di riso, quella verde è al tè.
I quadratini marroni e verdi infine, sono gelatina di azuki e tè verde.
Il tutto va irrorato con una salsetta di soia che a mio avviso sa molto di liquirizia.
In realtà non è che queste cose non siano buone, è che stomacano dopo solo tre cucchiai, il che è alquanto curioso visto che è tutto abbastanza insapore.

L'altro piattino invece contiene dei mitarashi-dango quadrati e leggermente abbrustoliti sulla piastra, accompagnati da una salsetta caramellosa fatta credo con lo zucchero di canna.
Inutili ma divertenti.

Vi lascio infine con un dolcetto che abbiamo comprato in pasticceria a Kyoto e che ci siamo pappati al parco, il mitarashi-dango tricolore, credo al riso, al tè verde e ai fiori di ciliegio, che mille volte abbiamo visto nei cartoni animati.
Per quanto riguarda il gusto siamo sempre lì, privi di sapore eppure stomachevoli, ma erano talmente belli che non siamo riusciti a non comprarli, anche se dopo due morsi sono finiti nel cestino:




Bè con questo è tutto per ora.
Alle prossima puntata con: il mochi, l'incredibile palletta di glutine di riso ripena di gelato.

Ciaooo

10 commenti:

Annina ha detto...

Cara Annucci,
bentornata dal Giappone, il magico paese dei piattini, e su DeadChef. La prima volta che ho ordinato un dolcetto giapponese al ristorante e mi hanno portato un parallelepipedo di gelatina marrone, ci sono rimasta un po’ male. Come dici tu, i dolci giapponesi sono quanto di più insolito la loro cucina possa offrire ai palati occidentali, ma la marmellata di azuki non è male (somiglia un po’ alla marronata, secondo me). Per la cronaca, i doraiaki sono i dolci preferiti da Doraemon, il gatto spaziale.

annucci ha detto...

si l'anko non è malvagia, è che la mettono ovunque e dopo un pò stanca.
Si i doraiaki sono i docletti di doraemon infatti li vendono di gomma con su la faccia di doraemon come portachiavi.

Anonimo ha detto...

slurp!
che bontà.
a luglio si va anche noi in Giappone (compagnia di bandiera permettendo)

ho inserito in agenda i tuoi consigli...

annucci ha detto...

@nathan
tra un pò pubblicherò un pò d'altre cose!
Quanto starai e dove andrai di preciso?

Anonimo ha detto...

andremo in un periodo caldo e sudaticcio, seconda metà di luglio.
A grandi linee (ma le tappe sono ancora in fase di progretto ;-) ) Prevediamo:
discesa a Tokyo, gita a Nikko e forse Kamakura e Himeji
e poi Kyoto e Nara
Hiroshima e Miyajima
E infine immersione nei fanghi di Beppu (ma chissà se riuscirò a convincere la Francese a saltare questa tappa un po' fuori mano)
ah, ci sposteremo in treno.
chissà se ce la faremo mai...
che suggerisci? nuove tappe, oppure dove consigli di limare?
sicuramente ho dimenticato qualcosa... la febbre del sol levante ormai preso il sopravvento

annucci ha detto...

Mi hanno detto che in estate è parecchi afoso, ma anch'io conto tornarci il prossimo agosto.
va bene che piove spesso quindi non credo sarà un rosso problema.
Nel tragitto non avete dimetnicato nulla, vedete sostanzialmente tutto ciò che c'è da vedere.
Io personalmente avrei voluto dedicare più tempo a Tokyo ma comunque...Miyajima è bellissimo vi consiglio di alloggiare nel Ryokan Iwaso.
Il bagno nei fanghi io la farei fossi in te, ma al limite provate un Onsen!
Spostarsi in treno è comodissimo e molto facile, specialmente se fate dall'Italia il JR Pass.

Lajules ha detto...

Ma la marmellata di azuki e' quella rossa scura che si trova anche in molti dolci cinesi? Perche' se e' cosi' e' buonissima. Ad ogni modo credo che i dolci sono la cosa piu' difficile da apprezzare di un altro paese. Il gusto del dolce e' legatissimo alla propria terra. Alec dice che le paste italiane sono troppo dolci e cremose per esempio. Io invece dico che quelle americane sono troppo pesanti (anche fisicamente). Cmq i dolci giapponesi che mostri sono bellissimi, specialmente quel pancacke...

Annina ha detto...

Non so nulla di dolci cinesi, lajules, comunque la marmellata di azuki è rosso scura e assomiglia, per conto mio, un po' a quella di castagne, ed è buonissima. Chissà se questo ti aiuta ad identificarla!

Annina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
annucci ha detto...

Cara Lajules,
se Alec parla delle paste siciliane allora posso capire che dica sono troppo dolci, anche tanti italiani non le mangiano per questo motivo.
Però, come del resto in tutto ciò che riguarda la cucina italiana, la varietà di dolci è talmente ampia che mi sembra difficile generalizzare.
Comuqnue in tutto il mondo amano le nostre paste, quindi la mia conclusione è che ad Alec manchi qualche rotella.
Oltretutto a me risulta che l'America sia la patria del dolce usato ad oltranza!!

Il problema dei dolci giaponesi è proprio questo, sono belli ma non altrettanto buoni.