08 dicembre 2006

IL MONDO È LA MIA OSTRICA

DI LAJULES



Il titolo di questo post non è che un bel modo di dire viene dalla commedia di Shakespeare Le Allegre Comari di Windsor.

Io non credo di averlo mai sentito dire in Italia, se non in traduzione in qualche film Americano, ma ammetto di aver amato follemente questa bella frase per molti anni.
É sicuramente un sentimento tutto Americano, eppure vedere il mondo come un ostrica che contiene una perla preziosa mi riporta il buonumore, e mi rinfranca quesi sentimenti bonaccioni e caciarosi che tanto amo in una certa cultura britannica da Henry Fielding a Jonathan Swift.

Ma bando a quell poco nozionismo che mi ritrovo alla mia età. Per questo fine settimana vi voglio lasciare una ricetta da me solo assaggiata: le ostriche alla griglia!

So che il concetto di un mollusco grigliato non ha molto senso per noi italiani, e vi chiedo di nuovo di saltar giù dalla quella Mongolfiera della Buona Tavola che è la cucina italiana, ed atterrare senza pregiudizi tra le follie straniere.

La cucina Americana può essere fatta di hamburgher e ciambelloni, ma esiste una mancita di cucine regionali (statali?) che merita attenzione. Una delle più apprezzate è la cucina Cajun della Louisiana, che combina raffinati capricci francesi con cazzotti di spezie e fritture mescolati a manciate dagli schiavi portati dall’Africa Occidentale. Il connubio è soprendente ricco e pieno di carattere, popolare e divertente, eccentrico e familiare. Cibi sopraffini come le ostriche compaioni in mille varianti: crude quando fresche, impanate e fritte il giorno dopo.

Questa specialità richiede una valanga di ostriche della Luoisiana. Queste vanno adagiate sulla griglia per qualche minuto, fino a che la carne non si arriccia ai lati. A questo punto le ostriche vengono cosparse di tanto burro, formaggio, aglio, pepe a stramanegon, e prezzemolo. Quando il miscuglio sarà sciolto e profumato, togliete dalla griglia e mangiate felici. Il gusto delle ostriche, ovviamente si attenua, eppure il sapore di mare persiste e solletica il palato.

E lo so, pesce e formaggio non si fa, ma se il mio mondo è un’ostrica, io parto alla ricerca della mia perla con meno zavorra possible.

10 commenti:

papapolpo ha detto...

la perla è una conseguenza di una malattia all'apparato respiratore dell'ostrica.
in poche parole è come se ci mettessimo al collo del muco verdastro....giusto un filo per non essere troppo burini.
buon appetito a tutti!

cat ha detto...

qualche volta, le mattine un po' difficoltose, e prima del caffè, mi guardo allo specchio per radermi e mi viene da pensare: il mondo è la mia cozza! cat

Lajules ha detto...

Papapolpo: e allora che dire del miele, che e' soltanto vomito di ape? E non farmi parlare delle uova o del latte o del caviale! La nostra tavola e' ricoperta di schifezze (specialmente la mia).

Cat: "Il mondo e' la mia cozza" mi ha fatto ridere. Maledette le mattine difficoltose!

Anonimo ha detto...

Sì, ma il limone?

Annina ha detto...

Papapolpo ci tiene ai molluschi, come potrebbe essere altrimenti?
Nannini, che vuoi dire col limone? Che è un organo sessuale ingrossato?

lapiccolacuoca ha detto...

hivcoDevono essere BUONISSIME slurp...
e io sono per le 'schifezze' (molluschi vivi, caviale, fegato d'oca echi piu' ne ha piu' ne metta) sulla tavola e non per fare le schifezze da tavola

Lajules ha detto...

Annina so che stai lavorando giorno e notte e quindi non analizzero' il tuo commento di pura follia.

Una spruzzatina di limone e' di solito l'accompagnamento preferito per le ostriche crude, dato che ne attenua il gusto di acqua di mare. Qui in America ci aggiungono anche cren e ketchup, ma a me sembra il solito spreco holliwoodiano.

Ad ogni modo, Nannini, il limone questa volta lo lascerei perdere. Se non altro perche' limone e burro darebbero quell'effetto yogurt che non andavo proprio cercando.

Piccola cuoca: amen.

Anonimo ha detto...

Il limone è soprattutto apotropaico. Stringe; e stando spesso in situazioni di puntini puntini, eccone spiegato il consigliabile abbondante uso.

Lajules ha detto...

Nannini, con un piattone di ostriche avariate l'azione astringente del limone non basta. A meno che non si usi l'agrume come suggerito dal finale della famosa barzelletta della serie "dottor, dottor".

Annina ha detto...

Cara Jules,
hai centrato il problema. Ho deciso che la follia è l'unico registro che in questo momento si addica al mio stato mentale, e ho palesato quello che solitamente nascondo, e cioè che il senso meno ovvio delle cose è spesso il primo che mi si presenta. Inseguivo l'idea che la maggior parte del cibo, in realtà, non sia che secrezioni e schifezza, limoni inclusi.