Il mio consorte ha una tradizione tutta sua: trascorrere un Natale sì e uno no a Barcellona dai suoi amici. L’anno scorso ho fatto saltare il piano con la mia nuova assunzione e la necessità di mostrarmi servile e ammaestrata ai miei datori di lavoro. Quest’anno Alec mi ha fatto incastrare 4 giorni di Spagna nella nostra vacanza natalizia, pena un divorzio lampo.
La sensazione che provo ogni volta che visito Barcellona è quella di rabbioso sgomento. Com’è possible avere una città che unisce senza apparente difficoltà innovazione e tradizione? Com’è che qui la gente della mia età ha lavori che permettono appartamenti in centro? Com’è che riescono tutti a starsene in piedi fino alle 6 a bere per poi svegliarsi prima di me e meglio di me? Com’è che sanno tutto di cultura alternativa eppure si regalano dizionari di catalano antico per Natale? Com’è che mangiano salame dalla mattina alla sera eppure sono tutti magri e con la pelle di pesca? Com’è che sono vestiti meglio di noi e spendono molto meno? Com’è che i posti che da noi sarebbero trappole per turisti a Barcellona sono localini sinceri e col cuore? Non c’è niente da fare: a me Barcellona mi fa rodere il fegato della peggiore delle invidie.
Ma anche la bile più amara viene stemperata dal caldo benvenuto degli amici di Alec, che mi hanno rimpinzato di paella al nero di seppia, prosciutti e formaggi dalla mattina alla sera. Al cagnaccio che abbaia basta lanciare un osso, ed io non aspetto altro.
Ecco quindi alcune delle leccornie spagnole che ho potuto assaggiare in 4 giorni assurdi nel paradiso d’Europa. Menomale che di paradisi nel mio cuore ce ne sono diversi, e respirare l’insalubre e umida aria mestrina mentre cerco di individuare la strada di casa nella nebbia, è un paradiso di per sè.
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Patatas bravas – Bando alla salsa rosa: qui c’è l’allioli (maionese all’aglio, da all, “aglio,” i, “e,” e oli, "olio") e un sugo al pomodoro piccante.
Pulpitos – Il polpo è il mio animale preferito per una miriade di ragioni: cambia colore in un battibaleno, acchiappa gli squaletti al volo e se li mangia, gioca a palla, fa l’inchiostro, ed è fanstastico con le patate lesse in insalata. I pulpitos nella foto sono neonati di piovra cotti alla piastra. Sono stati il clou della vacanza, e mi dicono che in Italia è proibito pescarli (meglio cosi’).
Escamarlà – Se l’ho scritto giusto mi bacerò le mani da sola, ma per il momento questi scampi vengono tagliati a metà e cotti alla piastra. La nostra ospite catalana sospirava: “Ecco, questo è l’odore del Natale!” Te possino…
Hamon & Co. – Ecco un tipico antipastino natalizio. Praticamente ci siamo fatti fuori un maialetto intero. E oggi si vede.
Turró – La foto è sfocata, lo so, ma ho solo questa. I torroni catalani sono piu’ interessanti di quelli italiani, a mio parere. Eccezionale quello all’arancia, ma poi mi lo zucchero mi ha reso cieca per tutto Santo Stefano.
12 commenti:
rispondo alle tue domande:
Com’è possible avere una città che unisce senza apparente difficoltà innovazione e tradizione?
E' una citta che fino agli anni settanta (leggi Franco) è rimasta immobile ed ora vive ancora dell'impulso innovativo dettato dall'austerità ma con un po' più di spirito critico rispetto ai nostri anni 50.
Com’è che qui la gente della mia età ha lavori che permettono appartamenti in centro?
la catalogna è una regione a statuto autonomo che da anni agevola lo sviluppo di attività produttive giovanili con sgravi fiscali incredibili.
Ne è la prova il fatto che tutte le società spagnole hanno la sede legale a Barcellona.
Com’è che riescono tutti a starsene in piedi fino alle 6 a bere per poi svegliarsi prima di me e meglio di me?
Lo fanno da quando hanno 2 anni sono abituati e comunque per lavoro trattavo con gli spagnoli prima delle 10,30 è meglio non parlargli.
Com’è che sanno tutto di cultura alternativa eppure si regalano dizionari di catalano antico per Natale?
sembrerà un discorso leghista ma catalani e baschi hanno un forte senso di appartenenza ad un popolo piuttosto che ad una nazione ciò spiega l'attacamento alle tradizioni ed anche l'alternatività intesa come discostarsi da cio che le istituzioni nazionali impongono come cultura di stato.
Com’è che mangiano salame dalla mattina alla sera eppure sono tutti magri e con la pelle di pesca?
Il salame spagnolo è il "chorizo" al momento dell'impasto la carne viene fatta macerare nel sidro che la sgrassa!
Com’è che sono vestiti meglio di noi e spendono molto meno?
Hanno l' IVA al 7%
Com’è che i posti che da noi sarebbero trappole per turisti a Barcellona sono localini sinceri e col cuore?
Sono Spagnoli e non Italiani
bene visto che oggi mi sono comportato come altri utenti del blog faccio penitenza e mi censuro da solo.
Ps: x la jules: tu mangi piccoli polpi!!!!! Assassina!
Bravo Papapolpo! Hai risposto esattamente a tutte le domande compreso il domandone finale! Per questo vinci un set di ben 4 magliette americane usate XL, un detergente viso biologico, ed una crema idratante viso da giorno anch'essa biologica! I premi sono stati gia' spediti. Congratulazioni!!!
ma pensa..credevo fosse il mio regalo di natale!
che culo che ho!
Caro Papapolpo, concordo con te su tutte le risposte tranne quella alla domanda "Com’è che riescono tutti a starsene in piedi fino alle 6 etc.?". Non so gli spagnoli che hai conosciuto tu, ma i catalani che ho conosciuto io coniugavano tranquillamente stakanovismo e divertimento notturno, come facessero non l'ho mai capito, ma credo che non ci debba essere una spiegazione razionale a tutto. Popolo fortunato, tutto qui.
Cara Jules, non avevo mai immaginato che si potesse desiderare di mangiare il proprio animale preferito. Il mio animale preferito è il gatto, mentre il mio animale icona è il gufo, per dire.
Annina il mio animale preferito è il gatto e il mio animale icona è il Gufo!!
Un'altra cosa che abbiamo in comune a parte il nome!
In effetti mangiare il proprio animale preferito suona strano. Eppure ho visto un documentario sulla vita amorosa segreta delle aragoste (affascinante) e i documentaristi condividevano il mio dilemma.
Credo che finche' non mi trovi legata sentimentalmente ad un polpo da acquario, posso continuare a digerire tranquilla.
A casa di mia cognata hanno una coniglietta nana (la Bunny). E’ un mio limite, lo so, ma per quanto me la magnifichino come bestiola sensibile e piena di sorprese, a volte non la distinguo da un soprammobile. Comunque loro hanno risolto il dilemma rinunciando alla carne di coniglio, e raccontando a mia nipote che la pelliccetta che guarnisce la mia giacca di pelle non è di una cugina di Bunny, bensì di pura origine sintetica.
LaJules, mi dici qualcosa sulla vita amorosa segreta delle aragoste?
Jules, frequento la Catalunya da ormai parecchi anni per ragioni personali (lo confesso: sentimentali), e sono orgoglioso di appartenere allo sparuto gruppo di circa 6 milioni di Catalan-speaking nel mondo. Un altro pregio di Bcn che non hai citato (tanto perchè roda di più)...una metropoli europea sul mare! Forse solo Napoli potrebbe avvicinarsi. Comunque, puoi tranquillamente tornarci, ti sono rimaste molte cose tipiche catalane da provare (fave alla catalana, un sacco di ricette col baccalà etc). Sul tema prosciutto (roba spagnola più che catalana, anche se comunque se ne fa largo uso), basti dire che sono stato "costretto" a introdurlo illegalmente negli US, rientrando dopo Natale da Bcn, appunto.
Una nota per papapolpo: ottimo spirito di osservazione sulla Catalunya, solo lasciamo stare la Lega, please, non può e non deve sembrare un discorso leghista: la vedrei più come l'attaccamento all'identità culturale, la lingua e la storia di un popolo, che se l'è dovuta vedere per molto tempo - e ancora oggi, anche se in misura minore - con l'opprimente nazionalismo spagnolo (quello sì, parente del nostro fascismo)...i catalani sono europeisti, e se parli della xenofobia della Lega, per esempio, vomitano.
Già che parliamo di Catalunya, con alcuni amici catalani stiamo collaborando ad un blog "pluriidiomatico" su libri film etc. Ho visto che condividiamo alcuni autori (tipo FMD) e libri preferiti, e probabilmente vi piace leggere. Date un'occhiata e collaborate, se vi va (http://ulyssesineurope.blogspot.com).
Ultimo, se il discorso dell'animale preferito funziona come dite voi, deduco con un ragionamento inverso che il mio è il maiale (en català "porc", o "tossino"), per quanto probabilmente voglio bene anche a diverse varietà ittiche.
Scusa se mi sono dilungato, e fins aviat.
PS: un altro pregio - o difetto -...non so come facciano ancora ad avere simpatia per gli italiani, dopo che nel 1938 gli abbiamo (hanno) bombardato la città!
certo marco inz, lungi da me confondere l'ideologia leghista comparandola con quella catalana.
Era solo un esempio (molto probabilmente da me malposto) per far capire a chi non ha vissuto un'esperenza diretta cosa potrebbe essere quello che si definisce attaccamento all'identità popolar-culturale.
Comunque il mio animale preferito ( a dispetto del nome) è l'ippopotamo!
Non l'ho ancora mangiato ma visto come è l'andazzo su questo forum mi sa che presto mi capiterà!
Marco Inz, grazie del commento e hai ragione... come dimenticare una citta' con il mare?
In tutti i vostri commenti, emerge cmq una sola verita': le citta' italiane, specialmente i centri culturali, hanno molto da imparare da Barcellona in fatto di orgoglio, impegno, e attenzione agli stimoli europei e non solo.
Io, nella mia adolescenza "alternativa" (scusate la parola orrenda, ma e' la piu' semplice), ho odiato con passione la cultura italiana delle piccole miserie, della scuola dell'arrangiarsi, e dei costanti compromessi morali. Nell'incacchiatura mi sono estraniata anche da quello che c'era di buono, come una vita sociale sana, la passione per il dettaglio, il gusto di un lavoro ben fatto. Oggi mi rendo conto di quanto potrebbe fare l'Italia se avesse il coraggio di investire nelle proprie qualita'.
Jules, volevo mandarti un invito a partecipare al blog Ulysses come Contributor...ma siccome non mi riesce accedere al tuo contatto AOL, se vuoi puoi mandarmi un'email all'indirizzo del blog administrator (ulyssesineurope@gmail.com) cosi' te lo invio.
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