05 marzo 2007

FORZA PANINO!

Di Annina
Lajules mi ha fatto notare che un commento così lungo e, soprattutto, il suo protagonista, meritava un'altra posizione, così riprenderò qui lo spinoso argomento della pausa pranzo sul lavoro.

Per me, abituata da studentessa a rifornirmi nei bacareti di Venezia, ritrovarmi a mangiare nei bar che gravitano attorno alla stazione di Padova è stata un’esperienza sconfortante. Questi locali sono quanto di più triste si possa immaginare, ed il meglio che possono offrire è costituito da risotti e primi precotti, seguiti da panini composti da pane surgelato, affettati di dubbia qualità, verdure avvizzite, mozzarelle “di bufala” fatte pagare a peso d’oro. In mezzo a questa miseria gastronomica, è doveroso che io vi segnali un locale eccezionale, rispondente al criptico nome di Maximilien Bar. Nessuno sa chi sia il Maximilien in questione, perché il proprietario si chiama Giovanni ed è un anziano signore di Modica. Giovanni è un artigiano del panino imbottito, una sollecita nutrice dei nostri stomaci scontenti, scrupolosissimo nell’esercizio della sua professione: i panini vengono preparati su richiesta utilizzando pane fresco, affettati e formaggi di marca verificabile dalla sua vetrina frigo, verdure preparate con cura e qualche concessione agli ingredienti tradizionali delle sue terre, come le melanzane sott’olio ed il finocchietto selvatico; per i toast, che tutti gli altri esercenti preparano con orribile pane da tramezzino, Giovanni usa dell’ottimo pane in cassetta e ci mette sopra, come marchio di fabbrica, una fetta di formaggio che si abbrustolisce all’esterno mentre lo riscalda in forno. La vetrina del pane di Giovanni ha inoltre una caratteristica peculiare: credo sia fatta di vetro rimpicciolente, perché dopo aver scelto un panino di dimensioni che paiono normali, misteriosamente ci si ritrova a mangiarne uno grande il doppio, naturalmente per lo stesso prezzo, tra i più bassi in circolazione. Bisogna dire che il locale un difetto ce l’ha, anzi due: è piccolo, privo di posti a sedere, e occorre andarci se non si ha troppa fretta, perché il proprietario prepara i suoi magnifici panini con orientale lentezza. La cosa commovente è che questo bar potrebbe vivere tranquillamente al pari di tutti gli altri, imbrogliando, preparando il cibo con disprezzo della materia prima, caricando sui prezzi, perché il numero di disgraziati affamati ed intrappolati negli uffici dei dintorni è molto alto. Ma questo al signor Giovanni non interessa: non c’è nessuno a giudicarlo, solo la propria coscienza e l’amore di chi sa che non ha nessuno senso tradire il lavoro che si è scelto. Per questo gliela dovevo, una lode pubblica su Deadchef.
p.s. il panino della foto non è di Giovanni, ma del solito sito di giapponesi che conoscono la cucina italiana meglio di noi!

10 commenti:

Labelladdormentata ha detto...

Confesso che venerdì pomeriggio, a Milano, ho intensamente sperato di trovare un bar con un signor Giovanni. Purtroppo mi sono dovuta accontentare di un panino con mozzarella finta, 2 fette di melanzane grigliate che sapevano di gomma, 2 fettine sottilissime di zucchine e 1 fetta di pomodoro. Ed era la cosa più invitante in tutto il bar! La prossima volta vado a mangiarmi i falafel!

pOpale ha detto...

Non so cosa darei per un panino come quello della foto in questo momento. Ieri per la prima volta ho scoperto un alimentari, dietro l'ufficio romano dove lavoro, dove si trovano dei panini tipo quelli che descivi a differenza di
Giovanni per non creare la solita "caciara" romana li comincia a prepare dalle 8:30 e passarci davanti prima di entrare al lavoro è una vera tortura!

Annina ha detto...

Caro Popale aprire questo blog verso l'ora di pranzo può scatenare pericolose reazioni gastriche.
Labelladdormenrara non so che dirti: mi chiedo se chi vende certa roba se la mangerebbe e quanto sia consapevole di preparare cibo per dispetto.

Lajules ha detto...

Che bella storia! I panini di Giovanni me li sognero' la notte.
Se c'e' una cosa che mi fa arrabbiare sono i panini fatti male (anche se in tutto il mondo sbavano per i nostri Autogrill...).

Tutto poi torna all'attenzione e alla cura che mettiamo in quello che facciamo. Un panino fatto con amore e gusto per il dettaglio va molto piu' lontano del nostro intestino.

Marco Inzitari ha detto...

Mi piace l'orientale lentezza di uno di Modica...pensavo anche a un'altra cosa, a quanto il nostro immaginario sia stato purtroppo stravolto negli ultimi quindici anni: appena l'ho letto, il titolo "Forza panino!" ha evocato in me paesaggi dolorosi...e non era per il "...panino...", quanto invece per il resto.

Lajules ha detto...

Marco Inz, concentrati sulla frase "Forza Panino" e basta. A me ricorda il finale di una bella canzone di Elio e le Storie Tese.

Annina ha detto...

Ma certo lajules! Era proprio una citazione della canzone di Elio, quella accompagnata dal geniale video della festa delle medie, un trauma che molti di noi non hanno ancora dimenticato.

Lajules ha detto...

TAPPARELLA!

MEO ha detto...

da noi a pistoia c'è un posto che apre alle 5 del pomeriggio e sta aperto tutta la notte che si chiama "il panino del campione". il nome parla da se..
non so perchè lo cito quì.. ma... bo!!!

Annina ha detto...

Caro Meo,
da noi c'è un locale che si chiama "la colazione dei campioni", ma l'origine del nome è chiara!