01 gennaio 2008

UNO GENNAIO

DI LAJULES

Ho trascorso la fine dell’anno nel locale punk-rock di Washington, dove suonava un’orchestra swing con cantanti armate di cappeli a cilindro e vesiti luccicanti. Ho brindato con dello champagne e ho accennato passi di polka, fox-trot e samba. Poi, ho seguito ad occhi spalancati i passi di danza degli avventori del locale, tutti in frac o in abiti anni ’50.

Eppure non mi sarei divertita come avrei dovuto senza il buon consiglio della nostra amica L. La sera del 30 Dicembre, L. ci aveva chiesto quale sarebbe stato il motto del nostro 2008. Gia’, quale sarebbe stata la frase che avrei tenuto come inspirazione e guida dei prossimi 12 mesi?

Negli Stati Uniti impazzano infatti le "New Year’s Resolutions", o i buoni propositi per l’anno prossimo. Tutti si ripromettono di rimettersi in forma prima dell’estate, imparare una lingua straniera, ottenere un aumento, o ristrutturare il seminterrato. Tutti questi buoni propositi, come potete aspettarvi, vengono presto accantonati e la loro unica funzione sara’ quella di alimentare brucianti sensi di colpa per l’anno seguente.

Il motto e’ ben diverso da un proposito. Il motto e’ infatti una frasetta che si rivolge alla nostra debolezza piu’ profonda o ad una sfida imminente: il nostro motto puo’ darci coraggio senza causare troppe frustrazioni. Se e' poi formulato in maniera abbastanza generica, puo' avere ramificazioni inaspettate in tutti gli ambiti della nostra vita.

Io ho trovato il mio motto giusto in tempo per Capodanno. “Show and Tell.” Per chi e’ familiare col sistema scolastico americano, la frase “Show and Tell” si riferisce alla giornata in cui gli studenti portano un oggetto a scuola e ne spiegano la storia o la funzione ai compagni. Si possono portare album di foto, medaglie di Guerra, piantine grasse e criceti.

Nella mia situazione, “Show and Tell” significhera’ abbandonare la mia posizione di silenziosa spettatrice della vita americana, e ritrovare la mia voce. Per il momento, il mio motto mi ha donato una serata di fine anno in cui ho riso e scherzato con tutti come non facevo da troppo tempo.

Buon anno a tutti, e fatemi sapere il vostro motto per il 2008.

7 commenti:

Annina ha detto...

Cara Jules,
buon anno! Per quel che mi riguarda, dovrò dividere il 2008 in due, prima e dopo il mio esame di Stato per l'insegnamento (maggio 2008), e creare un motto per ciascuna delle due metà. Per la prima parte dell'anno, dovrebbe essere "Resistere, resistere, resistere", ma conto di convertirlo poi in qualcosa di meno austero.
P.S. forse te l'ho già detto: una volta lessi sulla prima pagina di un libro la locuzione "new year's resolution" tradotta con "risoluzione del nuovo anno". Chissà perchè ho pensato a te.

Pluto ha detto...

grazie e tanti auguri anche a te! il mio blog ammerrigano e'
plutousa.blogspot.com

Unknown ha detto...

non ho motti 2008...ma credo che ci saranno grandi cambiamenti, un anno meraviglioso a te
baci lpc

pOpale ha detto...

In ritardo ma BUON ANO. Visto questo commento ritardatario il mio motto potrebbe essere "in ritardo posso scoprire cose meravigliose, in anticipo pure" :)

Marco Inzitari ha detto...

Buon anno! Qui capodanno fiorentino con amici europei ex-pittsburghesi! Non potevo chiedere di meglio...

Più che motti, tormentoni americani a ripetizione (tipo "it's a free country"), che ripetuti in terra non yankee suonano ancora più grotteschi!

A presto.

Marco Inzitari ha detto...

Ci ho pensato...più che un motto, una riflessione, un messaggio di speranza per il nuovo anno: "Due rette parallele non si incontrano mai, e, se si incontrano...non si salutano" (C. Guzzanti).
Di nuovo.

Lajules ha detto...

Alla faccia della speranza, Marco Inz! Menomale che e' Corrado Guzzanti, le cui parole sono sempre benvenute su questo blog.