26 ottobre 2008

I BISCOTTI DELL'AMORE

Di Annina
L’aggeggio che vedete nella foto è uno “stampatore di toast”, un romantico regalino che mi ha portato mio marito dal suo ultimo viaggio in Inghilterra, assecondando la mia passione per le colazioni a base di pane tostato e marmellata, adottate proprio in seguito ad alcune vacanze nel Regno Unito. Chi conosce l’Inghilterra, probabilmente il Paese più tradizionalista del mondo, sa che i toast la mattina sono irrinunciabili, che le marmellate devono essere rigorosamente di arance e fragole, e che esiste un apposito porta-toast di metallo dove si ripongono le fette calde, per evitare che, poggiate su un piattino, si bagnino con il vapore della loro condensa (cosa che mi succede regolarmente ogni mattina, perché curiosamente questo utensile non è reperibile in Italia). L’immissione sul mercato di disparati strumenti dedicati a questo alimento è dunque giustificata dalla sua importanza per l’alimentazione quotidiana delle famiglie inglesi. Tuttavia, anche un’anglofila come me, al cospetto dello stampatore di toast, è stata percorsa da un sentimento di scetticismo, che si è rivelato pienamente giustificato dai miei primi tentativi di utilizzarlo. Non solo esso è uno dei più inutili attrezzi da cucina mai concepiti, ma nemmeno funziona, e la cosa è abbastanza ovvia. Il principio su cui si basa è simile a quello delle tecniche di incisione in cavo: l’immagine in rilievo viene impressa sulla fetta di toast con una leggera pressione; successivamente, il calore del tostapane abbrustolirà le parti in rilievo in maniera differenziata rispetto ai solchi, creando così il disegno. L’ovvio motivo per cui non può funzionare è che il pane è per definizione elastico, pertanto ogni volta che si imprime un solco sulla mollica, esso scompare immediatamente. Per non deludere mio marito, ho provato pressioni forti e pressioni deboli, ho regolato il calore del tostapane su tutte le posizioni e ho distrutto mezza confezione di Pan Bauletto; alla fine mi sono arresa, e lo stampatore è stato riposto in un angolo della credenza, inutile e dimenticato sino all’altro giorno. Trovandomi a corto di biscotti, ho deciso di farne un po’ in casa, pur essendo un’esordiente totale in materia, affidandomi all’infallibile ricettario di dolci (guarda caso, anch’esso made in UK) di cui già ho parlato nelle pagine di DeadChef e che ho soprannominato “Cakes for dummies”. I biscotti sono venuti benissimo, e il tocco finale è stato stampigliarli con il cuoricino dello stampatore da toast, per ottenere il risultato della foto sotto.
Il regalo di mio marito ha trovato un riscatto, e i dolcetti sono stati battezzati immediatamente “i biscotti dell’amore”: perché in tempi di marketing esasperato, nemmeno noi abbiamo saputo resistere.

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