15 settembre 2006

Appunti appetitosi: Seattle

BY FRANISIA

Seattle ci ha accolto con un abbraccio azzurro e terso, caso strano per una città dove ci si può imbattere anche in 90 giorni di pioggia consecutiva. E ci sono i soliti luoghi comuni su questa parte del mondo, come del resto nei paesi scandinavi, si vive bene, ma c'è un tasso di suicidi altissimo. Sarà vero? A me piace questa città amichevole e rilassata, piena di attività e di vita sociale organizzata sia per la bella stagione con parchi e passeggiate, che durante le settimane di
pioggia, con gallerie d'arte, biblioteche di undici piani e caffè, litri e litri di caffè eccellente. E se piace ai prudenti italiani, vuol dire che è buono!
Fantastico soprattutto l' "house coffee", una via di mezzo tra un espresso e una moka, denso e cremoso e così grande da tenerti compagnia per tutta la mattinata.



Per brunch, ci siamo fermati in un localino che serve pesce del luogo, sia fritto che affumicato, per amanti dei gusti nordici e anglosassoni. Ci siamo avventati su un panino al salmone affumicato con contorno di patatone fritte con la buccia. Freschissimo. Sul tavolo c'era un bel rotolo di carta da cucina per pulirsi le mani. Un posto alla buona insomma, pero' con vista sul mare! Comincia il pomeriggio, eravamo in compagnia e ci siamo lasciati un po' andare, ma se anche voi siete in vena di indulgenze, Seattle offre ai golosi e agli amanti dell' Happy Hour interminabili cicchetti internazionali e drinks avventurosi. La nostra host Chandra ci ha portati in un localino contrassegnato da una anonima porta di ferro, che mai avrei scovato da sola. E' un ristorante thailandese, molto hip, ma sorprendentemente economico, se arrivi durante l'Happy hour. Ci hanno servito un magnifico cocktail a base di tè e vodka, cicchettoni di pesce e vegetariani. Spesa totale 15 dollaroni a testa. Mi viene da piangere.....Poi ci siamo buttati su un messicano, Margaritas in riva al mare, 2 tacos con pesce Bonito e 2 con patate dolci, formaggio messicano e salsa segreta al mango....




Il giono dopo, ci siamo ripresi dalla mangiata e bevuta generale con una colazione energetica preparata da Chandra. La nostra ospite, nata a Seattle abbraccia la cultura salutista e attivista dell'America del nord ovest, cibi organici, frutta e verdura, pero' ama l'Happy Hour e si è già prenotata una vacanza a San Daniele per il prosciutto!!



La colazione che ci ha preparato consiste in tofu tagliato a cubetti e strizzato con carta da cucina per togliere l'acqua, passato in padella con olio d'oliva, sale, pepe e cipollotti freschi. Contorno di frutta di stagione in insalata, tagliata sottile e condita con una goccia di estratto di vaniglia.
Da bere, succo ultravitaminico e che rallegra anche lo spirito per il suo colore intenso: centrifugato di arance, carote e barbabietole!!! Una raccomandazione per chi consumerà questa pozione magica, il colore rosa tingerà le vostre esperienze più intime, non fatevi prendere dal panico...passerà.




Dopo colazione (a mezzogiorno) abbiamo passeggiato per la città e ammirato parchi e vedute della baia. Ho anche trovato 15 dollari in un bagno pubblico e concluso la giornata con l'ennesimo Happy Hour, stavolta in un localino giapponese dove ci hanno servito sushi ( freschissimo!! ) calamari fritti con salsina agrodolce e gamberoni tempura avvolti in spaghettoni e poi fritti.



Fantastico il pesce da queste parti: fritto, affumicato, crudo, freschissimo, come raramente si trova negli States.

Grazie Seattle e alla prossima visita, speriamo presto.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

amiche mie uso il blog per parlarvi a tutte.... basta non firmo il contratto con la soffitta chic....gabole che non mi garbano....so punto ed a capo...niente cenerentola.. chitemmuort...vi farò cmq sapere sotto che pote mi trovèrò a fare il trasloco!!!! vi amo tutte come non mai sul serio e per le mie fans americane ...vi amo tutte anche a voi...Gloria in primis

Annina ha detto...

Checco mi dispiace, mi ero già lasciata trascinare dal tuo entusiasmo! Comunque in bocca al lupo per la tua prossima dimora (possibilmente non sotto il ponte, specie in questi giorni di inondazioni). BACI

Lajules ha detto...

Checco, mi dispiace per la soffitta chic, ma continua a sognare che il tuo sogno realta' diiii-ver-raaaa... Buoni i cicchetti di Seattle che forse un giorno assaggero' (tempo e musei non mi hanno permesso gran mangiate). Mi verrebbe quasi voglia di trasferirmi, ma ho giurato a me stessa che se cambiero' citta' sara' per avvicinarmi a Venezia, non per allontanarmici (viva il pronome combinato). Andro' a stare nella coroncina della Statua della Liberta'. E' una soffitta chic, dopo tutto. Checco, vuoi trasferirtici? (eh-eh-eh)

annucci ha detto...

Peccato Checco saremmo state vicine di "casa". Tienici informate (magari fatti sentire anche via telefono)!

Annina ha detto...

I post di franisia e della jules sui pesci di Seattle mi hanno fatto venire in mente un fumetto che volevo segnalarvi da tempo. Il fumetto si chiama “Gourmet”, l’autore è Jiro Taniguchi, e forse qualcuno di voi lo possiede già nell’edizione abbinata al quotidiano “La Repubblica” (quella che ho io). E’ lì che ho imparato che cos’è il toro (la parte meno grassa della pancia del tonno) e l’otoro (la parte più grassa). Il protagonista è un commesso viaggiatore: costretto a mangiare spesso fuori casa, trasforma ogni visita al ristorante in un evento, ogni ordinazione in un monologo interiore, ogni piatto in un tema narrativo. Ciascun capitolo è dedicato ad una specialità diversa della cucina giapponese, che ci viene descritta minuziosamente nell’aspetto prima che nel sapore. Sento lo spirito di questo fumetto molto vicino a me nella partecipazione e, direi quasi, nell’ansia di cogliere il piacere visivo e gustativo legati al cibo. Ma è anche una lettura che mi fa capire quanto io sia lontana dalla cultura giapponese (se ce ne fosse bisogno…). A mo’ di esempio vi riporto il seguente dialogo:

Cliente (donna): “Qui vicino c’è un locale dove si possono mangiare ottimi dolci”
Commesso viaggiatore: “Sì però… non mi sento a mio agio ad entrare da solo in un negozio dove si vendono esclusivamente dolci”
Cliente: “Ma via! Guardi che quel locale ha anche una clientela maschile!”

Che ne dite? Cogliete il nesso?

Lajules ha detto...

Annina, sto cercando dappertutto il manga di cui parli, ma temo che non sia in vendita qui negli States (almeno non tramite Amazon, che detesto*). Sono pronta a recarmi al Manga shop di Georgetown, pero', se necessario, quindi fammi sapere se e' un buon fumetto che sarei pronta ad ordinarlo. Brava Repubblica che, anche se come giornalismo lascia molto a desiderare, almento ha degli allegati supersfizio**.



*Un mio amico trafficante di libri rari consiglia, invece di Amazon, www.abe.com. L'ho visitato, ed e' molto interessante e con prezzi di spedizione decenti.

**Con tutte le volte che uso questo termine, non posso credere che non sia il titolo del mio blog. Come ho fatto a dimenticarmene?

Annina ha detto...

Cara laJules, adesso mi faccio aiutare dal mio uomo che è bravo in queste ricerche...
Non so se questo manga ti piacerà, è piuttosto minimalista ma io di certo l'ho letto "di gusto"!

annucci ha detto...

A parte tutto complimenti a Franisia per il post e soprattutto per le fotografie.
Chissà se avrò mai l'occasione di mangiare tofu e succo di barbaietole per colazione! Mi sa che dovrò accontentarmi del solito maritozzo con la panna a vita!

Annina ha detto...

cara la Jules, ti passo queste informazioni del mio uomo trova-libri:

"per quanto strano non sembra esista in inglese, c'è in francese in Canada.

Edizione Italiana

Titolo: Gourmet
Autore: Taniguchi Jiro; Qusumi Masayuki
Prezzo: EURO 10,00
Dati 182 p., ill., brossura (cur. Brighel M.)
Anno: 2003
Editore: Panini"

Che dire, se vuoi te lo spediamo dall'Italia!

Annina ha detto...

Il succo di barbabietola mi ricorda il colore di uno pseudo succo di frutta che mi propinavano al college in Inghilterra. Sicuramente però questo era molto molto meno sano. Ho il sospetto si trattasse di Big Babol fusa e diluita (chimicamente la cosa è impossibile, ma questa era l'impressione) e aromatizzata con i metodi descritti da Annucci a proposito del gusto fragola.

Lajules ha detto...

Il francese lo tradurrei anche, ma il tempo che dedico ai libri e' sul treno, e tutto voglio fare meno che aggiungere un dizionario francese-italiano (o francese-inglese) al mio borsone del lavoro. Aspettero' di tornare in Italia e me lo procurero' in italiano. E non ho mai avuto nulla in contrario ai fumetti minimalisti: viva Krazy Kat!